La psicoterapia sistemico-relazionale costituisce un metodo clinico incentrato sulle relazioni umane, in particolare quelle all’interno del nucleo familiare. L’approccio sistemico-relazionale, prende in considerazione la famiglia come un sistema: un’entità con regole, strutture e norme proprie. In quest’ottica quindi, il paziente è parte di tutto il sistema, e anche se è colui che esibisce il sintomo, è la famiglia intera ad essere coinvolta. Quest’ultima, secondo questo approccio, diventa il centro della terapia: osservando le relazioni al suo interno, il terapeuta può cogliere schemi comunicativi ricorrenti e trovare il modo per apportare un cambiamento che interrompa gli aspetti disfunzionali, favorendo una riorganizzazione del sistema familiare stesso.
Strumenti di cui ha a disposizione il terapeuta sono l’osservazione relazionale e il processo di ipotizzazione.
Egli basandosi sulle informazioni in possesso, ottenute anche grazie all’osservazione diretta, all’uso della mappa relazionale e del genogramma familiare, può formulare un’ipotesi sistemica che generi un cambiamento.
Nel primo contatto con la famiglia ed anche nelle prime sedute il terapeuta costruisce l’alleanza terapeutica con una serie di tecniche: descrizione del problema, storia della vita personale del paziente, prime spiegazioni sul funzionamento personale e difensivo, contratto di una consultazione che coinvolgerà familiari significativi, raccolta graduale della storia trigenerazionale della famiglia (genogramma), ipotizzazione sul significato relazionale del sintomo, eventuali prescrizioni psicopedagogiche di contenimento del sintomo e di sperimentazione di modalità comportamentali alternative, sino alla negoziazione della convocazione dei familiari.