Conosciamo la Disprassia

La disprassia non è una patologia, ma una condizione (che coinvolge tutte le aree del bambino o dell’adulto), sulla quale si può lavorare moltissimo e avere ottimi risultati sia nella prevenzione, sia nel trattamento abilitativo a tutte le età. Intervenire precocemente può aiutare a migliorare competenze che serviranno in futuro.

Disprassia significa letteralmente azione disturbata o contrariata, quindi una condizione che riguarda le Funzioni Esecutive (l’adattamento) e la loro qualità. La Disprassia rimanda allo stato di disorganizzazione, dunque alla disorganizzata esecuzione di azioni e movimenti organizzati e volontari in assenza di impedimenti organici e deficit (Crispiani, 2015).

Definita come Disturbo motorio minore riguarda la motricità di ogni tipo: motorio, oculo-motorio, linguistico, di pensiero, lettorio, scrittorio, grafo-motorio, mnestico, del calcolo orale e dell’oganizzazione spazio-temporale in genere. Il comportamento disprassico è connotato proprio da insufficiente coordinamento dell’agire e ciò comporta lentezza oppure precipitosità, interruzioni, errori esecutivi, troppa meticolosità o al contrario disorganizzazione. Questo disturbo delle Funzioni Esecutive si manifesta in diverse condizioni come ad esempio Dislessia, Disgrafia, Disortografia, Discalculia, ADHD, ecc.).

Molti autori affermano che ci sia un collegamento con la dislateralità (non perfetta dominanza laterale) che comporta difficoltà e lentezza nell’integrazione delle diverse aree del cervello.

I bambini e gli adulti disprassici stentano a generalizzare, ad associare, a pianificare azioni coordinate in sequenza e ad elaborare strategie (sono goffi, hanno difficoltà a vestirsi, sono lenti, disorientati, non hanno colpo d’occhio, hanno memoria e linguaggio poco ordinati, non riescono ad autoregolarsi e autoinibirsi, sono poco flessibili, perdono la concentrazione, sono poco fluidi ecc.).

Quali strategie

Se le difficoltà sono presenti nel coordinamento, nell’organizzazione spazio-temporale, nelle sequenze, nell’integrazione sensoriale, nell’autoregolazione ma soprattutto nella motricità di ogni tipo, l’aiuto non potrà che partire dalla motricità stessa. L’esercizio, alla fluidità e all’automatizzazione delle sequenze permetterà di potenziare proprio quelle aree o funzioni in cui si riscontrano difficoltà e la comunicazione tra i due emisferi. Il potenziamento della motricità permette lo sviluppo di tutte le aree della personalità.

Il Cognitive Motor Training

Il Cognitive Motor Training mira al potenziamento dei circuiti neurali attraverso una intensività coordinata del movimento, del linguaggio, della percezione. Lo scopo è quello di mettere in moto un’attività neurologica rapida, efficace e non casuale che consenta di creare le migliori condizioni per l’esercizio della lettura, della scrittura e del calcolo. Non solo. Il miglioramento riguarderà anche situazioni di lentezza, precipitosità, interruzioni, errori esecutivi, disorganizzazione, goffaggine e di difficoltà nella memoria, linguaggio, autoregolazione, autoinibizione, concentrazione, attenzione, organizzazione spazio-temporale.

Vi stupirete dei traguardi che voi o i vostri bambini sarete in grado di raggiungere. La frase che spesso sento pronunciare dai miei clienti è: <<Non avrei mai creduto di riuscirci>>. Invece si può! Tutto ciò migliorerà non solo gli aspetti critici ma anche tutti gli aspetti della vostra vita. Io sarò al vostro fianco e come spesso accade gioiremo e ci emozioneremo insieme per i traguardi raggiunti.

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