Essere genitori è indubbiamente il mestiere più complesso e fragile al contempo, nonostante non esista il giusto manuale, il modo di essere genitori plasmerà la vita dei figli, nonché la loro capacità di affacciarsi al mondo.
Il sostegno alla genitorialità è l’intervento che affianca i genitori nel complesso ruolo affrontando le difficoltà insieme. Consente di trovare la direzione in uno spazio di ascolto e aiuto, attraverso un intervento e che riconoscere le criticità interne alla famiglia, fornendo gli strumenti e le strategie, al fine di trovare un sano equilibrio familiare.
Riconoscere di aver bisogno di aiuto, e pertanto di chiedere un sostegno, o un consiglio, non è sinonimo di debolezza ma indica coraggio:
Ancora prima che un figlio nasca e poi dato alla luce, comporta un importante mutamento all’interno della coppia che si trasformano in madre e padre. Tale trasformazione non riguarda esclusivamente le coppie biologiche, ma anche coloro che intraprendono il cammino dell’adozione. L’arrivo di un figlio comporta una nuova forma di unione condivisa sulla responsabilità e un nuovo modo di compiere funzioni, scelte, obiettivi e traguardi in un’ottica comune. Tale processo, lo possiamo definire sotto l’aspetto dinamico che non solo vede i genitori uniti all’interno dell’evento nascita, ma legati nell’affrontare un nuovo tipo di relazione che sarà in continua trasformazione. Riconoscere dunque, il cambiamento dei reciproci ruoli, diventa un’importante elemento di dialogo condiviso che i genitori instaurano con il figlio.
Il termine genitorialità in questi ultimi anni ha preso campo nella ricerca pedagogica e clinica, in quanto, la pedagogia vede la genitorialità come l’oggetto dell’evoluzione di imparare ciò che di più complesso ci possa essere: l’arte di essere genitore. Si impara a diventare genitori prendendosi cura del proprio figlio, rispondendo in modo adeguato a quelli che sono i bisogni che si trasformano nel tempo. Diventare consapevoli che non si può essere genitori allo stesso modo e soprattutto con ciascun figlio. La capacità genitoriale è perciò la capacità di saper in un certo senso, esplorare il ruolo di genitore. Tale compito risulta pertanto complesso in quanto richiede diverse abilità che vanno dalla risposta dei bisogni come: accudire, nutrire, proteggere, sostenere, ma anche aiutare a crescere attraverso: promozione all’ autonomia garantendo quei comportamenti dati dalla capacità di educare. Questo è il momento in cui i genitori iniziano a porsi domande come ad esempio: “posso scegliere o consigliare?”; “lo faccio sperimentare o mi sostituisco per paura che possa commettere errori?”; “lo ascolto o fingo di non sapere?”; “lo punisco o lascio perdere?”
E’ chiaro che non può esserci la giusta risposta o l’esatto contrario, ma la figura del consulente pedagogico, può essere di aiuto e sostegno nell’affrontare tali situazioni. Una corretta pratica educativa in correlazione ad una comunicazione efficace ed efficiente, divengono strumenti indispensabili nell’educazione dei figli.
Ecco alcuni consigli sui quali riflettere:
- “mettiamo i paletti”: stabilire delle regole, significa che alle parole, seguono le azioni. Ricordatevi che promettere, sia in negativo che in positivo, significa rispettare la promessa.
- “ fare richieste precise”: parlare in modo chiaro, controllando il tono della voce.
- “ascoltate”: accogliere ciò che vi stanno dicendo, restituendo la richiesta modulata.
- “fare da soli”: imparare a prendere in modo autonomo le decisioni, senza farli sentire abbandonati, insegnando ad assumersi le responsabilità.
- “punire”: è funzionale incentivare, pertanto la punizione deve essere un momento di confronto, accompagnata da spiegazione altrimenti, risulterà controproducente.